Per la serie "In Viaggio Con..." oggi partiamo per la Russia!
Quando ancora lo studio della lingua russa all'Università ci sembrava un bel gioco, c'era Francesca con me, una russista per eccellenza. Lei però ha proseguito gli studi del cirillico e della Russia è innamorata follemente. Tanto innamorata da poterci raccontare tutti i colori di Mosca - Avete letto bene! Mosca è colorata!
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Qual è il primo colore che vi viene in mente se dico “Mosca”? Scommetto che molti di voi associano la capitale russa al grigio. Vediamo se con le prossime righe riesco a farvi cambiare idea e, perché no, magari anche venire voglia di visitare questa immensa, maestosa e variopinta metropoli…
UN “PIENO DI VERDE” E VIA, IN METROPOLITANa
Per quanto possa sembrare strano, il verde è il primo colore di cui ho avuto percezione appena uscita dall’aeroporto Sheremetyevo. L’autostrada con un numero spropositato di corsie e che porta nel centro della città è infatti costeggiata da una sfilza di alti alberoni che mi hanno riportato alla mente la taiga, la grande foresta di conifere caratteristica dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta. Insomma, fin da subito ho avuto la conferma che mi trovavo proprio in Russia!
Una volta lasciato il bagaglio in hotel il desiderio è stato quello di partire subito alla scoperta della città: le cose da vedere erano davvero tante e il tempo a disposizione purtroppo poco. Mosca conta suppergiù 12 milioni di abitanti e il traffico di mezzi a motore è, ovviamente, proporzionale a questo numero. Per questo motivo il modo migliore di vedere la città è senza dubbio quello di muoversi a piedi e in metropolitana – un modo green che fa bene alla città oltre che a noi stessi. La metropolitana di Mosca è forse la più famosa al mondo e fin da subito mi è risultato chiaro il perché: con le sue 14 linee, più di 200 stazioni (alcune delle quali riccamente decorate con affreschi, mosaici, statue e vetrate) e quasi 350 km di lunghezza, si configura come un estesissimo museo sotterraneo, una vera e propria attrazione turistica alla quale è possibile accedere semplicemente acquistando il biglietto per una corsa al prezzo di 55 rubli (70 centesimi di euro).
Durante il mio soggiorno a Mosca, scendendo alla fermata Park Kul'tury ho potuto accedere al Parco Gorkij, uno spazio verde che copre un’area di 1,2 km2 e che comprende al suo interno il museo di arte contemporanea Garage. Una piacevole oasi in cui mi sono rifugiata per riprendermi un po’ dal torrido e umido caldo di luglio.
ROSSO DI SERA, UN SOGNO CHE SI AVVERA
La prima sera, da brava turista, ho voluto vedere come primissima cosa la Piazza Rossa. Il suo nome non deriva – come si potrebbe immaginare – dall’ideologia comunista né dal colore degli edifici che la circondano: si chiama così perché in passato l’aggettivo krasnaja (“rossa” nella lingua locale) significava anche “bella”. Ed effettivamente è bella, bellissima! E immensa, certo. Un rettangolo di 74.831 m2 (!!) delimitato sui lati corti dal Museo statale di storia e dalla Cattedrale di San Basilio, mentre sui lati lunghi dal centro commerciale Gum e dalle mura del Cremlino. Porterò per sempre nel cuore la grande emozione che ho provato quando ho messo piede per la prima volta in questa piazza; da russista quale sono, per anni avevo sognato il momento in cui mi sarei finalmente trovata nel luogo che avevo sempre visto solamente dietro lo schermo del televisore, nei documentari e nei manuali di lingua e cultura russa.
Rosse per davvero sono invece le mura del Cremlino: appaiono così per via dei mattoni con cui sono state costruite (tra il 1485 e il 1495) e racchiudono un’area di 275.000 m2. Una vera e propria città nella città.
GENERATORE CASUALE DI CUPOLE D’ORO
È questa l’impressione costante che ho avuto passeggiando per le ampie vie di Mosca: che qualcuno mi precedesse di pochi secondi e premesse il pulsante di uno strano marchingegno, facendo comparire cupole d’oro luccicanti quando meno me lo sarei aspettata. Si tratta delle cupole delle chiese ortodosse, grandi e piccole, sparse per tutta la città e tutte incredibilmente belle. Alcune di loro sono molto antiche - quelle all’interno del Cremlino risalgono al 1400, 1500 e 1600 - altre inaspettatamente moderne, come la Cattedrale di Cristo Salvatore, demolita nel 1931 per volere di Stalin e finita di ricostruire nel 2000. Ciò nonostante, né dall’architettura esterna né da quella interna avrei mai detto che si trattava di una chiesa così recente: tutto lascia credere che sia la stessa costruita ai tempi dei Romanov.
BLU di russia
«Poco, mi serve. Una crosta di pane, un ditale di latte, e questo cielo, e queste nuvole». Scriveva così Velimir Chlebnikov, grande poeta futurista russo, ispirato dal soffitto celeste della sua patria natia. Per una cittadina come me, abituata a intravedere una porzione ristretta di cielo (mai blu, peraltro) tra gli alti palazzoni di Milano, il cielo visto da Mosca mi è sembrato sconfinato. E quando non pioveva – il tempo lì è molto variabile – mi riempivo gli occhi di un’ampia gamma di sfumature di blu, dall’azzurro, al blu elettrico, al blu notte (complici anche i palazzi illuminati alla maniera russa non esattamente sobria che creavano dei contrasti molto suggestivi).
Sarà un caso, ma questo arcobaleno di colori trova espressione nelle cupole della celeberrima Cattedrale di San Basilio: c’è il verde, c’è il rosso, c’è l’oro e c’è il blu. A presto, mia amata e coloratissima Mosca!