Valgrisenche, se non è zuppa è cammin bagnato!

Metti un weekend di luglio, metti una lunga settimana lavorativa alle spalle, metti una coda infinita in tangenziale per raggiungere qualsiasi luogo di villeggiatura, purché sia lontano dalla città: eccoci qui! Sembra che il tempo non sarà dei migliori, anzi pioverà di sicuro, ma noi non ci perdiamo d’animo. Con lo zaino gonfio e gli scarponi da montagna stretti alle caviglie, i monti valdostani ci stanno aspettando!

Da Aosta a St. Pierre, da Morgex a Courmayeur, tanti sono i paesini che si susseguono nelle valli, ma non tutti fanno per noi… quello che noi cerchiamo è un angolo di pace, una valle silenziosa e una casetta in una minuscola località fatta di poche abitazioni, un torrente e tanti tanti pini. Se sei alla ricerca di un posto simile, ti consiglio la Valgrisenche, una valle costellata da una decina di località, lontana dalla strada statale principale della regione, tanto a sentirti fuori dal mondo. Cosa c’entra questo posto col mondo green, dirai tu, mah… le passeggiate nel verde della Valgrisa, le passeggiate nel verde dei boschi valdostani, le passeggiate in generale, quelle col sentiero ben definito, quelle con la guida alla mano, quelle senza meta, quelle selvagge tra i rovi e l’erba alta… ecco, credo che qualsiasi genere di percorso che vi porti nella natura (in)contaminata sia motivo di leggerezza, di libera immaginazione, di scoperta. Ho avuto questa sensazione camminando sotto la pioggerella estiva coi miei scarponi lisi dal tempo su un sentiero mezzo segnato e mezzo no: mi sono sentita assorta nel cammino, svuotata dei pesi del quotidiano e riempita di fresco.

E dopo una lunga passeggiata, cosa c’è di più bello di una doccia calda e una scodella di zuppa alla festa della valle? Siamo stati così fortunati da aver scelto il sabato in cui cadeva una delle poche feste della zona: rievocazioni di antichi mestieri (che poi così antichi non erano, visto che alcuni artigiani locali sembravano vivere di quello!), giochi popolari della tradizione e la famigerata “Soepa di Beauregarde”. Non potevo fare a meno di assaggiare una zuppa dagli ingredienti biologici a km 0! L’organizzatore della festa aveva raccolto lui stesso gli ingredienti della soepa. Fontina della cooperativa di Capoluogo (paesino della Valgrisenche, dove ci trovavamo), pane nero e verdure della valle: ortiche, spinaci selvatici e la cosiddetta “lingua di bue” (altro nome della “buglossa” o “borrana selvatica”, pinta da fiorellini azzurri e la radice bianca, ottima nelle insalate miste o cotta nelle zuppe contadine per l’appunto). Un piatto che mi ha scaldato lo stomaco e lo spirito.

E se a riempire la valle di luci e colori e a chiudere la serata sono stati enormi fuochi d’artificio, allora potevamo andare a letto felici!

E chi ci torna più a lavorare ora! A quando la prossima scampagnata?

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