Quella volta che… ero ospite speciale in Radio!

Era l’11 dicembre di due anni fa. E io… sono finita in Radio!

Per una strana coincidenza di eventi, sono riuscita a far avere un mio racconto di Natale al conduttore radiofonico Matteo Caccia della trasmissione Voi Siete Qui di Radio24. Indovinate un po’? Qualche tempo dopo mi ha invitato come ospite ad un’edizione live del suo programma, registrato al Pirelli Store di C.so Venezia a Milano!

La trasmissione funzionava così: Matteo leggeva i racconti dei suoi ascoltatori, li animava con la sua voce e il suo charme di storyteller e appena dopo intervistata l’autore del racconto. Personalmente, ho voluto raccontare la mia annuale esperienza nel suonare con i miei compagni bandisti della Banda di Graffignana (LO) il giorno della Vigilia di Natale.

Ecco a voi la mia Storia di Natale:

Giulia a Radio24-Matteo Caccia_Tulipando
Logo Radio24_Tulipando

“Tutto comincia da qui. Da qualche strumento musicale, una decina di giovani bandisti del paese e una bella dose di buona volontà. Ingredienti necessari per una Vigilia di Natale all'insegna di panettoni, canzoncine natalizie e un sorriso strappato a giovani e anziani del paese.

Per il tour serale la preparazione è meticolosa. “Copritevi bene!”, dice la mamma. Calzamaglia sotto i pantaloni, tanti strati sotto il giubbotto, sciarpa, cappellino, guanti. Sento già il freddo entrarmi nelle ossa al pensiero di stare fuori per ore!

Arrivati al punto di raccolta mi armo di uno strumento indispensabile: una lucina da lettura da applicare sullo spartito per leggere le note anche nei cortili più bui.. senza quella sono rovinata!snow-ph-luca-giacomini

Sono le 19,00 della Vigilia di Natale: anziani, pensionati, uomini e donne staranno forse spostando le pesanti posate dal tavolo di legno in mezzo alla cucina.. proprio in una di quelle cucine contornate da piastrelle con le maioliche anni ’60 e dove il frigorifero Zoppas color crema è un must. Sistemano le stoviglie dopo la cena, una cena magari uguale a quella di ieri, dell’altro ieri, di domani.. cosa fa un anziano solo tutte le sere? Guarda la TV, legge o forse pensa, o aspetta.. aspetta che arrivi il giorno successivo. Ma ecco che qualcosa cambia. Forse tra 5 minuti si sarà già dimenticato che ho suonato per lui Bianco Natale sull’uscio della porta. Ma non importa.

 

Parte il percorso, arrivo subito ad una via buia ed entro in un cortile ancora più scuro, inciampo nella ghiaia. Dietro al palazzo appare la luce dei lampioni che illuminano la strada là dietro, a destra: i campi, il nero. Qui abita un vecchio bandista che ci ha visto crescere: si affaccia al balcone, una fioca luce disegna la sua sagoma, alza le braccia e canta con noi. Anche i vicini spuntano con la testa fuori dalle tende: un bambino stretto tra le gambe del papà ciuccia un dito e negli occhi spalancati brilla il riflesso delle lucine intermittenti sul balcone. Alzo la testa e piove qualche banconota. Sorridiamo.

Proseguo: prossima casa, prossima porta cigolante, una vecchia porta a vetri con la struttura in alluminio dorato. Questa volta ci vedo meglio, mi metto sotto il lampione. Davanti all’uscio vedo solo uno zerbino pieno di peli di gatto, un ombrello appoggiato al muro e una pianticella sul davanzale della finestra chiusa. Esce un vecchietto senza denti, le ciabatte ai piedi: non vuole farsi vedere e mette un braccio davanti al viso. Noto che piange. Con le dita ormai irrigidite suono Merry Christmas. Fa freddo, l’anziano col panettone tra le braccia sorride; arriva anche il gatto! Forse sorride per abitudine, forse perché gli è piaciuta la nostra musica.. chi lo sa.

E così il giro continua: una, due, tre, dieci case, dieci anziani, dieci storie, dieci guerre, ma chi sono io in confronto a tanta vita vissuta?

Sono le 23,00 ormai. C’è un freddo umido, le dita dei miei piedi sono insensibili, si cammina per inerzia: uno saltella, l’altro soffia sulle mani, l’altro ancora impreca e vorrebbe un thè caldo.

Ma sono ancora qui.. Disposti a ferro di cavallo siamo davanti all'ennesima casa, questa mi piace molto! Ad un albero spoglio del giardino sono appese caldi lucine fisse, non di quelle con strane animazioni che fanno venire il mal di testa. Mi incanto, ho sonno. Dietro a quell'albero: altre case, ancora buio, ancora nero, ancora freddo.

buon-natale-ph-luca-giacominiPian piano si avvicina l’orario della Messa di mezzanotte: la Messa dei colori, la Messa delle luci. Io, insieme ad una decina di figure ormai irrigidite, mi muovo lentamente verso la piazza del paese. Vedo gruppetti di persone, un cielo buio senza stelle, l’umidità mi bagna il viso, un profumo di chiodi di garofano.. sorrido! Qualcuno si è vestito a gran festa, un altro sbadiglia. Forse è venuto in Chiesa perché a Natale si fa, si usa..

La Chiesa è colma, gli ultimi bimbi si affrettano ad infilare le ali da angioletto, quegli anziani per cui abbiamo suonato invece.. dove sono? Probabilmente sono rimasti a casa. Forse sono già a letto, forse no.

Il mio naso è ancora rosso per l’aria pungente che mi ha colpita finora. Ne è valsa la pena!”

 

Foto: Luca Giacomini

 

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