Compost naturale: “Dalla terra nascono i fior”

Quanti di noi scateneranno il pollice verde questo weekend? E quanti di noi buttano le bucce di pesca, di banana o i fondi del caffè nel cestino dell’umido e chi si è visto si è visto? Ma invece di buttarli e farli ritirare la mattina seguente perché non riutilizzare i rifiuti organici per concimare l’orto o il prato del giardino? Ed ecco la soluzione: il compost!

Con il compostaggio dell’”umido” si gestiscono meglio i rifiuti domestici, si inquina certamente meno, si fa del bene alle proprie piante e si diminuiscono le spese di smaltimento dei rifiuti: meglio di così!? Inoltre, l’inverno è il periodo in cui il giardino “riposa”, quindi quale miglior momento per preparare un buon fertilizzante naturale!

Ora ti starai chiedendo cosa ti serve, come si fa, quanto tempo ti farà perdere, ecc… ora te lo spiego: è tutto molto semplice, ma devi avere un po’ di pazienza e costanza!

Mani nella terra_Tulipando
Composter_Tulipando

Per prima cosa ti serve dello spazio verde (quindi se abiti in un appartamento, potrai certamente farlo per le tue piantine in vaso, ma considererai tutto in proporzione più ridotta). In seconda battuta ti serve quel contenitore chiamato “composter”, all’interno del quale creerai il tuo concime naturale. E infine hai bisogno di una nutrita squadra di insetti, batteri e funghi che convertono i rifiuti organici in sali minerali, acqua e anidride carbonica, sostanze vitali per le tue piantine!

Una volta acquistato, il composter va posizionato su un letto di foglie e terriccio sminuzzato per facilitare il drenaggio e il passaggio di microorganismi: il tutto in una posizione possibilmente sopraelevata del giardino. In questo modo si evitano ristagni di fanghiglia tutto l’anno.

Cosa ci buttiamo dentro? Avanzi di cibo come verdure, bucce, pelli, fondi di tè e di caffè, gusci d’uovo o scarti del giardino come potature, foglie secche, fiori appassiti, erba. Cosa evitiamo? Piante non degradabili come gli aghi dei sempreverdi, la magnolia o il noce, ma soprattutto evitiamo carne, pesce, plastiche, vetro e metallo!

E poi? Di vitale importanza è che il compost sia sempre ben ossigenato, quindi alterna pure ai rifiuti della cucina i rami delle potature, paglia, foglie secche, in modo da garantire la porosità del composto e permettere il ricambio dell’aria. L’equilibrio perfetto si raggiunge mescolando rifiuti più umidi a quelli che lo sono di meno!

Come capisco che il compost è pronto all’uso? Le prove del nove per verificare la bontà del compost sono varie. Innanzitutto l’umidità si verifica con il pungo: si prende infatti un campione di massa e la si tiene in un pungo: se ne fuoriesce qualche gocciolina allora l’umidità è al punto giusto; se non ne escono il composto va innaffiato; se ne escono troppe va aggiunto del materiale più secco. Altre verifiche importanti sono le seguenti: se il compost è freddo manca ossigeno, quindi conviene rivoltare la massa per arearla; se puzza di marcio allora l’eccessiva umidità ha portato la massa ad uno stato di putrefazione (aggiungere quindi scarti secchi); se ci sono troppi moscerini conviene coprire la superficie superiore umida di scarti secchi come erba e paglia secca.

E ora posso usarlo? Dopo 4-6 mesi il compost è fresco e pronto all’uso! Utile sparpagliarlo in modo casuale sulle superfici terrose prima della semina. Dopo 8-10 mesi il compost risulta invece ormai maturo, quindi più scuro e soffice: utile per mantenere orto, fiori e piante in salute.

 

Allora!? Chi si sta già attrezzando?

Compost vegetables_Tulipando

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