Leggera come un’altalena al di là del Muro di Berlino

Berlino è così meravigliosamente viva, così carica di una strana elettricità”. Dopotutto Vicki Baum non aveva tutto i torti: sono stata a Berlino due volte, la seconda proprio l’anno scorso per più settimane, dovevo scrivere la tesi. Berlino è viva, freneticamente lavorativa, “funzionale come le scarpe dei suoi abitanti” (cit Luca). Durante le settimane trascorse lassù, tra una pagina e l’altra della tesi, ho cambiato più volte idea sulla città: così carica di una strana elettricità, vero verissimo!

C’erano giorni in cui stravedevo per la maestosità del Duomo, c’erano giorni in cui amavo i graffiti coloratissimi in ogni angolo remoto della metropoli. C’erano invece dei giorni in cui avevo quasi paura di camminare da sola al buio: a Berlino sembra non esserci l’usanza di illuminare bene le strade del centro (sempre che non fosse rotta gran parte del sistema elettrico cittadino quando c’ero io!). C’erano momenti in cui il degrado sociale di certe zone mi faceva rabbrividire: un degrado totalmente opposto al clima di allegria conviviale e colore etnico tra la sua gente. Tutto molto strano, stranamente elettrico, stranamente affascinante.

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Voglio quest’oggi raccontarvi la mia esperienza berlinese, voglio raccontarvi qualcosa di tre posti che ho amato, che ho apprezzato per la loro semplicità. Questi posti mi hanno infatti aiutato ad apprezzare la città e a ritrovare l’ispirazione e voglia di continuare a scrivere la tesi nei momenti di leggera difficoltà.

Innanzitutto l’ex aeroporto di Tempelhof. Questo piccolo aeroporto cittadino, ora non più operativo, si trova nella zona centrale Tempelhof-Schöneberg. Una volta operava voli nazionali o al massimo in Europa: non aveva una pista molto lunga, quindi non era adatta ai grandi aerei per voli intercontinentali. Nel 2010 è stato convertito alla natura di parco cittadino di circa 300 ettari di prato e piste per coloro che amano passeggiare, andare in bici, coi pattini ecc.. La superficie è talmente ampia che sembra di non poter raggiungere la parte opposta: uno spazio immenso che invita a sdraiarsi nell’erba, leggere, pensare, godersi l’arietta.

 

Spostiamoci ora invece nella zona di Prenzlauer Berg, a nord est della città. Qui troviamo un altro parco chiamato Mauerpark, il parco del muro. Si tratta di un posto felice, tranquillo, ma allo stesso tempo solitario, malinconico: l’ex “striscia della morte”. Nel parco è stata conservata una striscia di 30 metri di muro, su cui gli writers danno libero sfogo alla loro arte di strada con alcuni dei graffiti più belli e impressionanti della città. Ogni domenica vi si organizza un grande mercato delle pulci, mentre gli altri giorni della settimana si può assistere agli eventi sportivi o musicali dello stadio adiacente al parco. Ma quando non c’è nulla di ciò, c’è un’altalena, proprio di fianco al muro. Ecco, perché vi dico così: un momento malinconicamente bellissimo. Scusate la povertà di parole nel descrivere questo posto, ma solo sensazioni: chi ci è stato mi capirà!

Rimaniamo quindi nella zona di Prenzlauer Berg, ma parliamo di un qualcosa di più allegro! Sulla Kollwitzstraβe, c’è un cafè-ristorante, chiamato Anna Blume, che offre prelibati piatti e dolci: ingredienti alimentari che creano un connubio di colori e sapori insieme ai dettagli floreali e vegetali che impreziosiscono e insaporiscono i piatti.

Ciò che però rende questo angolino così speciale è un tronco d’albero che si trova appena fuori dal locale. Si tratta di un vecchio albero sul ciglio della strada, messo lì come se lì fosse sempre stato e mai dovesse andare via. Quest’albero presenta delle nicchie protette da sportellini di plastica contenenti dei libri: è così che funziona la circolazione e lo scambio nel Bücherwald, il bosco dei libri. C’è chi prende un libro e chi ne mette un altro nel posto che si è appena liberato. Un ottimo modo per incoraggiare la diffusione della lettura, invece che lasciar marciare i libri su uno scaffale polveroso.

 

Questa è la mia impressione, questa è la mia esperienza, questa è la mia Berlino.

 

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